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Una rete di operai che la pensa allo stesso modo si puņ annodare.
Lo Stato democratico nato dalla
resistenza mette in galera 38 antifascisti |
Lo stesso giorno mille camicie
nere manifestano liberamente per le vie di Milano |
Questi i dati di fatto.
La gioventù è stata costretta ad ingaggiare
una prova di forza nell'intento di impedire alle camicie nere di sfilare.
Sono operai, precari, studenti di Centri Sociali che negli ultimi mesi hanno
subito ripetuti attacchi, provocazioni, da parte di organizzazioni e gruppi
fascisti.
Una gioventù che ha deciso di reagire e mettere in guardia tutta la società
sulla ripresa di una pratica e di un'ideologia fascista diventata presenza politica
nello schieramento di centro destra.
La questione ancora più pericolosa è la reazione della cosiddetta
sinistra democratica: ha attaccato chi ha protestato come delinquenti, ha plaudito
alle bastonate delle forze dell'ordine, si è fatta portavoce di quattro
borghesi bottegai, e quando ha visto i manifestanti tradotti in galera ha inneggiato
alla giustizia.
Poveri loro. Sembrano i socialisti del 1921, di fronte al formarsi delle prime
squadre fasciste. Predicarono di non rispondere alle provocazioni, avrebbe pensato
a fermarli lo Stato democratico con i suoi poliziotti e le sue leggi.
Non fu così, dopo aver fatto fuori con bastonate e galera i comunisti,
gli operai più combattivi toccò anche ai riformisti che non erano
diventati nel frattempo fascisti.
A Milano a fermare le mille camicie nere non ci hanno pensato né le forze
dell'ordine, per tradizione storica hanno nei fascisti un reparto di riserva,
tantomeno gli antifascisti. "Stendardi e chiacchiere" non fermarono
Mussolini nel 1921, figuriamoci oggi che alla prima seria protesta della gioventù
contro la sfilata pubblica di questi figuri si fanno in quattro per condannarli,
isolarli ed abbandonarli alla repressione dello Stato.
Non condannare i fatti di Milano, si giustificano alcuni, avrebbe potuto far
perdere ai Rutelli, Fassino e Prodi qualche voto fra i borghesi, ma i borghesi
sono gli stessi che appoggiarono i fascisti quando questi decisero che votare
non serviva più a nessuno. Ad ognuno il sostegno delle classi che si
merita.
Per quanto si è cercato di demonizzarli, per quanto lo Stato si accanisca
contro di loro tenendoli in galera il più possibile, per quanto, ancora,
si fomentino gli istinti dei proprietari di auto, degli edicolanti e dei proprietari
di negozio di lusso, i giovani che hanno inscenato la protesta di Milano sono
a pieno titolo degli antifascisti militanti a cui deve andare tutta la nostra
solidarietà.
Noi che non abbiamo la Mercedes, la Porche, tantomeno siamo titolari di scintillanti
negozi, noi che invece sappiamo bene cosa ha fatto e cosa può fare il
fascismo nella lotta fra operai e padroni quando questa assume la forma di guerra
aperta, noi riconosciamo in questo antifascismo militante una forza che sta
dalla nostra parte e come tale li sosteniamo senza riserve.
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