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Una rete di operai che la pensa allo stesso modo si puņ annodare.
Sotto questo governo la condizione degli operai e di chi
lavora a salario peggiora di giorno in giorno senza freni.
Borghesi affaristi e sottoproletari arricchiti formano il governo e legiferano
direttamente per i loro interessi, controllano le casse dello Stato e fanno
regali ed abbuoni alla parte più corrotta e reazionaria della società,
comprano così il loro voto.
Contro un governo del genere conta solo lo sciopero duro, la piazza.
L'opposizione è indignata, grida allo sfascio delle finanze statali,
denuncia le pagliacciate di Berlusconi ma per carità nessun incitamento
alla protesta sociale, il sindacato dichiara gli scioperi col misurino, ampiamente
anticipati e che non colpiscano troppo i padroni.
Con un'opposizione del genere Berlusconi starà al governo per altri dieci
anni. Ma si capisce, il centro sinistra non può spingere la protesta
oltre la indignazione morale. Sarebbe rischioso se gli operai e gli strati più
poveri imparassero un modo nuovo, extra elettorale di mettere in crisi i governi
che li rovinano, potrebbero usare lo stesso metodo con loro una volta andati
al governo. La loro opposizione punta tutto sulla scadenza elettorale e cerca
di conquistare i voti degli stessi borghesi che hanno sostenuto Berlusconi,
garantendo loro profitti sufficienti, redditi stabili e operai flessibili e
precari ma regolamentati.
Gli operai non aspettano i tempi elettorali, non sono la maggioranza della società,
no arriveranno mai al potere con i voti e nemmeno sono più disposti a
fare da massa di manovra per un'opposizione che non fa altro che rincorrere
i borghesi del ceto medio. Vogliono conquistarsi una loro indipendenza politica.
I 400 schiavi che con il loro lavoro mantengono 600 liberi cittadini non possono
accettare di fare gli schiavi per sempre solo perché in quelle che chiamano
libere elezioni democratiche i 600 cittadini detengono la maggioranza. I 400
schiavi hanno il diritto di non accettare la dittatura della maggioranza parlamentare
quando questa per i suoi interessi li costringe alla fame, a lavorare di più
e in silenzio. Hanno il diritto di scendere in piazza da subito contro il governo
Berlusconi per farlo cadere.
Il governo ha la maggioranza parlamentare costituita da avvocati, professori,
bottegai, manager, industrialotti di provincia, attori veline e intellettuali
prezzolati. Noi abbiamo la forza di chi produce la ricchezza materiale di questa
società, la forza degli operai fissi e precari, di disoccupati, di lavoratori
ricattati e sull'orlo della povertà. Se questa forza si scatena nelle
piazze, nelle fabbriche Berlusconi cadrà! Né per i contrasti interni
alla maggioranza, né per manovre parlamentari sottobanco, cadrà
travolto dalla protesta di tutti coloro che pur faticando nei luoghi di lavoro
portano a casa un salario da fame.
Ma per questo obiettivo le processioni silenziose non bastano sicuramente.
Associazione per la Liberazione degli Operai
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