Scarica il volantino (103 Kb) nell'originale formato Word e distribuiscilo: una rete di operai che la pensa allo stesso modo si può annodare.


La scelta dell’astensione la facciano i maggioritari diventati proporzionalisti assieme ai piccoli proporzionalisti che tremano all’idea che se il quesito sul maggioritario raggiungesse il quorum sarebbero travolti dai SI.

Fra questi anche i cosidetti "difensori dei lavoratori". Invitano gli operai ad astenersi: vogliono usarli, ancora una volta, per i loro interessi parlamentari. Puntano a far mancare il quorum ma non al referendum sui licenziamenti, che ci riguarda direttamente, ma a quello sul maggioritario.

Gli operai dovrebbero sperare nell’aiuto trasversale di qualche traditore del maggioritario che astenendosi sul suo referendum faccia mancare il quorum anche sui licenziamenti. Gli astensionisti ora sperano in un aiuto di Berlusconi.

Gli operai non si faranno fregare. I padroni grandi e piccoli e tutti i loro sostenitori nell’urna distingueranno bene fra maggioritario e licenziamenti liberi. Voteranno SI ai licenziamenti. Noi operai non dobbiamo ancora dividerci al nostro interno per giochi da cretinismo parlamentare e rischiare stando a casa il 21 maggio.

I padroni hanno pagato la signora Bonino perchè col referendum aprisse un’altra porta ai licenziamenti, vogliono che la dittatura sugli operai sia più libera di quanto non lo sia già oggi.

Non dimenticheremo. Ma non dimenticheremo nemmeno tutte le aperture del sindacato sulle flessibilità , i licenziamenti concordati, gli operai in affitto. La sinistra borghese è sempre in gara con la destra a chi fa più concessioni alla borghesia industriale. Per questo non ci fidiamo del loro NO. Se è stato possibile fare un referendum sui licenziamenti un grazie va anche a loro.

Accettiamo la sfida, apertamente. Gli operai che hanno lottato contro i licenziamenti hanno il pieno diritto di chiedere a tutti i lavoratori salariati di far sentire il loro peso numerico votando NO.

Operai separiamo il nostro destino politico dai partiti dei borghesi, dalle loro manovre per stare a galla.

Una sola scheda, un solo NO all’abolizione dell’articolo 18.

Gli altri referendum se li votino loro.

Associazione per la Liberazione degli Operai

Sesto S. Giovanni, 09/05/2000

Per contatti: Associazione per la Liberazione degli Operai – Via Falck, 44 20099 Sesto San Giovanni (MI)

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