Perché abbiamo perso

Falck,Maserati, Riva e Calzoni, e tante altre fabbriche

Hanno raccontato che le fabbriche andavano chiuse perché non rendevano, il sindacato ci ha creduto, ma dietro c'era solo la scelta di investire i soldi altrove per fare ancora più guadagni.

Hanno raccontato che la concorrenza metteva fuori mercato le nostre fabbriche, gli operai costava troppo.

Il sindacato ci ha creduto e ci ha imposto riduzioni di salario e turnazioni massacranti, ma ci hanno chiuso lo stesso. In realtà chi costava erano i dividendi per gli azionisti, gli stipendi dei dirigenti e dei loro leccapiedi.

Hanno raccontato che la decisione di chiudere veniva da lontano, dal cattivo padrone straniero, il sindacato ha fatto la voce grossa sulla difesa dell’industria nazionale mentre i padroni italiani facevano le stesse identiche cose in Italia e nel resto del mondo.

Hanno sostenuto che nessuno sarebbe rimasto per strada e il sindacato ha firmato un accordo dietro l’altro

Per liquidare in modo indolore migliaia di operai. In realtà o siamo finiti in piccole fabbriche a salari da fame oppure a marcire in CIGS o in mobilità con sussidi miserabili, al limite della sopravvivenza.

La soluzione migliore che hanno trovato, l’accompagnamento alla pensione per gli operai anziani. Per tutta una vita dovranno vivere con pensioni ridotte.

Infine ci hanno portato a spasso con processioni di ogni genere e tipo, dai preti ai sindacasi sono impegnati per difendere il nostro posto di lavoro. In realtà hanno controllato che la nostra rabbia non esplodesse, hanno fatto in modo, dandoci anche un attimo di pubblicità televisiva, che la protesta non passasse il limite delle loro chiacchiere.

Abbiamo dato la delega ai sindacalisti esterni perché gestissero trattative e forme di lotta, li abbiamo ascoltati nelle assemblee dopo che a Roma ai ministeri avevano già firmato la nostra condanna.

PER QUESTO ABBIAMO PERSO

Oggi tocca ad altri operai affrontare la lotta contro la chiusura di altre fabbriche, in particolare a quelli della GOODYEAR, della Cirio e di altre fabbriche della zona. A questi consegniamo le nostre sconfitte e il bilancio che abbiamo fatto in questi anni duri.

SOLO COSI’ LE SCONFITTE POSSONO TRASFORMARSI IN VITTORIE.

Si può resistere ma tre cose devono essere realizzate.

Togliere la gestione delle trattative e della lotta dalle mani dei sindacalisti compromessi, siano gli operai stessi a gestire lo scontro con il padrone.

Emanciparsi dalle loro balle sul mercato, le leggi economiche, i costi, il padrone tira sempre e comunque l’acqua al suo mulino, al suo profitto. Per i suoi profitti ci vuol licenziare? Noi licenziamo lui per la nostra sopravvivenza. Dobbiamo diventare sordi alle loro litanie economiche, come loro sono sordi alla nostra unica miserabile richiesta di continuare a lavorare per loro.

Spingere la lotta oltre i limiti che vogliono imporci. Bisogna impressionarli. Macchinari e capannoni che vogliono lasciare inattivi, merci che aspettano di essere consegnate, tutta roba messa assieme dal nostro lavoro, dobbiamo usarla come ostaggio: blocco delle merci, occupazione delle fabbriche. Chi rompe la pace sociale ne paghi almeno le conseguenze.

Basta con le proteste simboliche, le occupazioni simboliche, i blocchi stradali simbolici, loro fanno sul serio.

Firmato ex operai della Maserati, della ex Falck, ex Riva e Calzoni, e ancora operai della DEMAG in lotta da mesi contro la chiusura della fabbrica e di tanti e tanti altri operai in guerra con i loro padroni

Associazione per la Liberazione degli Operai

Sesto S. Giovanni