Discussione per il partito

Operai, senza un partito non siamo nessuno. Oggi non abbiamo un partito politico indipendente.

Abbiamo tanti rappresentanti fra i borghesi di sinistra ma nessuna vera rappresentanza politica che ai movimenti politici dei padroni contrapponga un movimento politico proprio degli operai.

I partiti che dicono di rappresentarci sono da diversi anni o al governo o nella maggioranza che lo sostiene.

Nel frattempo la situazione sociale degli operai è innegabilmente peggiorata. Le fabbriche che dovevano chiudere l’hanno fatto, gli esuberi sono stati buttati fuori come da programma, con il permesso del Ministero del Lavoro e il consenso sindacale. L’attacco alle pensioni è in corso, un passo alla volta si va verso i 40 anni di galera industriale. Alle chiacchiere sui nuovi posti di lavoro fa eco una realtà di licenziamenti, di ricatti, di contratti atipici a salari miserabili. Assistiamo ad una riedizione moderna del caporalato: il lavoro in affitto.

Una tale sottomissione operaia, un tale peggioramento della loro condizione senza il benché minimo prezzo di lotte e ribellioni da pagare è il risultato del fatto che la gestione dell’attacco antioperaio è nelle mani dei borghesi di sinistra che dicono di rappresentare i lavoratori. I padroni dell’industria devono ringraziarli.

I partiti di governo hanno il controllo del sindacato che controlla le grandi e medie fabbriche, nelle piccole lasciano fare al padrone. Attraverso Rifondazione un canale è sempre aperto fra i cosiddetti movimenti antagonisti e le istituzioni. Questi borghesi di "governo e di lotta" garantiscono che tutto venga ricondotto all’interno del sistema.

Per le esplosioni di rabbia la forza pubblica e i tribunali sono sempre al lavoro. Tutto sembra filare liscio.

La situazione economica è invece in movimento. Più invocano la ripresa e più elementi di crisi si accumulano nel mercato mondiale. Più danno per morti gli operai e più serpeggia nelle fabbriche il rifiuto di farsi rappresentare dai borghesi di sinistra, di piegarsi alle misure antioperaie del governo Prodi, di farsi prendere in giro dalle giravolte di Rifondazione.

Gli operai hanno bisogno di un partito politico indipendente. Finché per difendere anche i più elementari diritti dovranno rivolgersi alle forze di governo o peggio a quelle dei borghesi che oggi fanno l’opposizione sono condannati ad una schiavitù sociale ed economica senza fine.

Gli operai hanno bisogno di un partito politico indipendente. Nessun sindacato di base, nessun coordinamento locale può sostituire questo strumento attraverso il quale gli operai si presentano come classe contro le classi che vivono sulla loro miseria e schiavitù.

Gli operai hanno bisogno di un proprio movimento politico. Devono prepararsi alla lotta per la loro liberazione. Nel sistema del capitale possono svolgere un solo compito lavorare, lavorare, lavorare per far arricchire il padrone che li impiega.

Nei periodi di sviluppo sembra quasi che venga concesso loro una vita passabile. Nella crisi tutto diventa più chiaro: o a salari di fame o in mezzo alla strada. Nella crisi gli operai devono imporsi con altrettanta chiarezza: conquista del potere politico, abolizione del lavoro salariato. Abolizione dello sfruttamento. Oggi una discussione fra operai su questi problemi è urgente. Il primo incontro si svolgerà

 

Sabato 9 maggio 1998, ore 9:30 – 14

Pomigliano D’Arco (Na) - Aula Consiliare - P.zza Municipio

Si raggiunge: in auto prendendo l’autostrada Napoli-Bari uscita Pomigliano D’Arco; in treno all’uscita della stazione FFSS di Napoli Centrale prendere la Circumvesuviana, linea per Pomigliano D’arco.

Militanti dell’Associazione per la Liberazione degli Operai delle seguenti fabbriche:

Fiat-New Holland, Modena; Comau, Torino Siemens-Italtel, Cassina Dè Pecchi (Mi); Demag Italimpianti, Milano; Borletti, Corbetta (Mi); Nuova Filati, Novara; Voith Riva Hydro, Milano;Supermercati Gigante, Milano

 

 


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