Sesto San Giovanni (MI)                                                                                   12 novembre 2004

  I 21 giorni della Fiat di Melfi

Incontro dibattito con due delegati (uno licenziato politico)

protagonisti della lotta

ASSEMBLEA  CONVOCATA  DA  OPERAI  E  DELEGATI DELLE  FABBRICHE:

Siemens Cassina de Pecchi

R.S.U. INNSE presse Milano

Ansaldo Camozzi Sesto san Giovanni

Magneti Marelli Corbetta

Comitato ex operai Falck contro l’amianto Sesto san Giovanni

Pirelli Bicocca

Pompe Gabbioneta Sesto san Giovanni

Mercegaglia Sesto San Giovanni

Lavoratori Precari Milano

Pirelli Bollate

Terim Modena

Fiat New Holland Modena

Mozione conclusiva

Gli operai delle fabbriche e luoghi di lavoro sopra elencati, riuniti in assemblea pubblica il 12 novembre 2004, sottoscrivono la seguente dichiarazione:

La condizione degli operai oggi mette in luce senza ombra di dubbio il fallimento di una linea sindacale fondata sulla concertazione, in poche parole una linea che ha garantito ai padroni la difesa indiscutibile dei loro profitti ed agli operai una miseria crescente. Sotto la guida dei dirigenti sindacali che hanno imposto questa linea non siamo riusciti a difendere il salario che è sceso verticalmente, né un solo posto di lavoro. La frantumazione degli operai è stata accettata e concordata, lavoro interinale, a progetto, tutte forme nuove di un vecchio rapporto di lavoro, quello del caporalato industriale fondato sull’aperto ricatto “chi ha fame lavori alle condizioni che il padrone stabilisce.

Solo l’iniziativa diretta degli operai ha frenato l’attacco dei padroni e posto in alcune significative realtà le basi per la ripresa di una nuova fase di lotte, Melfi insegna. Una nuova fase di lotte in cui gli operai non forniscono solo gli scioperanti di base, ma producono anche nuovi militanti sindacali decisi a non cedere a nessun ricatto.

Non possiamo andare avanti nella migliore delle ipotesi, noi a sopportare tutto il peso delle lotte e i dirigenti compromessi a trattare in nostro nome con i risultati che conosciamo. I militanti operai che si formano nel corso di lotte accanite, trovano nei funzionari sindacali, nei dirigenti locali e nazionali dei sindacati, degli avversari con cui fare i conti.

Affrontarli singolarmente non c’è prospettiva, o ci si adegua alla loro linea o con manovre e repressione si viene messi da parte, lasciati soli.

Da ora in poi questa sfida vogliamo affrontarla collettivamente e non gli faremo il favore di lasciare il campo libero abbandonando nelle loro mani il sindacato, a cominciare dalla Fiom vogliamo unire forza ed esperienza che ormai abbiamo maturato nelle fabbriche per riconquistare con l’appoggio e nell’interesse di tutti gli operai, il controllo del sindacato fino alla rimozione di queste direzioni compromesse che hanno fatto il loro tempo.

La mancanza di una degna rappresentanza politica degli operai, è l’altra grossa questione che va risolta. I Partiti che si presentano come nostri più vicini interlocutori, dimostrano tutta la loro incapacità a fronteggiare un governo, quello di Berlusconi, che con la sua azione non solo crea nuovi poveri ad ogni indagine statistica, ma aggredisce con il suo esercito un altro popolo, come quello irakeno. L’opposizione delle dichiarazioni sdegnate, della speranza che una crisi interna sfaldi la maggioranza, del mito della futura vittoria elettorale, non ha nessun interesse a mobilitare gli operai contro il governo, ad usare oggi tutta la loro forza per rovesciarlo. Non ci meraviglia, anche i Partiti dell’opposizione in fondo vogliono che mentre loro fanno la lotta politica televisiva, noi si continui a lavorare calmi e speranzosi, fino alle prossime scadenze elettorali ed oltre. Non siamo più d’accordo a svolgere il ruolo di portaborse sociale per nessuno, di essere condannati a seguire tutte le vicende economiche e di volta in volta o raccogliere le briciole o tirare la cinghia o andare a morire in guerra per i nostri padroni: vogliamo costruirci una posizione politica indipendente. Gli operai non hanno un Partito che gli sia proprio, indipendente da tutti gli altri Partiti, capace di lottare per un nuovo modo di produzione sociale, senza profitto e schiavitù salariale.

Oggi noi operai riuniti in assemblea lo poniamo come problema, un problema urgente a cui dobbiamo dare una soluzione.

 

VOTATO ALL’UNANIMITA’                         Sesto San Giovanni 12 novembre 2004



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