Ansaldo

Dalla sconfitta all’organizzazione

800 esuberi "strutturali" espulsi a zero ore, poi la mobilità al pensionamento, non facoltativa, ma imposta. La pesante perdita salariale colpirà drasticamente la successiva pensione, se si considera che la mobilità può arrivare a 7 anni.

Altri 895 esuberi "congiunturali" di cui 275 espulsi con la promessa di rientro nel 2.001 e 620 fuori a rotazione fino a quella data. Anche per questi 895 una grave perdita salariale, ed il loro rientro potrebbe restare un miraggio perché "in relazione all’andamento produttivo".

Per frenare l’impatto sociale e la potenzialità di rivolta al piano, hanno diviso gli esuberi in "strutturali" e "congiunturali", tra chi esce subito, chi dopo, chi con la promessa di rientrare, chi non farà la rotazione, assicurando in un clima di ricattabilità, che questa era l’unica soluzione, ovvero arrendersi senza aver combattuto fino in fondo. Certo la politica sindacale della compatibilità col profitto, deve sostenere le espulsioni e la frantumazione del fronte operaio. Una volta fuori cercheranno di disperderli, sarà più difficile ricompattare la lotta contro le conseguenze dell’accordo e chi l’ha firmato.

Nei 13 mesi della vertenza, mentre Finmeccanica affinava i suoi piani, il sindacato ha lavorato bene per i padroni. Ha tenuto divisi gli operai dei singoli stabilimenti, ha sistemato i suoi uomini, quelli che in assemblea dicevano di accettare, quelli che non verranno toccati, quelli che hanno un alternativa in tasca.

Dall’aristocrazia operaia in su, strati di classi sociali con i relativi Partiti si sono mossi per tentare di schivare la lista degli esuberi. "Qui gli esuberi ci sono" hanno detto in assemblea senza opporsi all’accordo! Dai comunisti borghesi di Bertinotti alla Flmu, per salvare se stessi, hanno sostenuto i licenziamenti in nome di ciò che il sindacato ha definito la nuova "missione" produttiva di Ansaldo. Ora sfruttare uomini per il profitto è diventata una missione!

All’assemblea di Legnano, Rifondazione comunista, Slai Cobas, Lotta comunista, avvallano i licenziamenti con il loro silenzio, l’Flmu presenta una mozione ad integrazione del testo stipulato al Ministero del Lavoro. Alla fine gli operai non hanno avuto neanche la possibilità di votare contro: o si votava la mozione Rsu o quella Flmu che integrava la prima. Questo è il bel servizio fatto dai comunisti borghesi e dal sindacato alternativo!

La risposta alle prime 800 sospensioni a zero ore è stata il blocco ferroviario per 2 giorni a Legnano. Poteva essere l’avvio di una lotta incisiva, ma il sindacato l’ha usato per liquidare la vertenza, firmando l’accordo col governo e i padroni di Stato. Gli operai senza una propria organizzazione, non hanno saputo imporsi.

E’ ora di dire basta! La vicenda Ansaldo è uguale a quanto già visto in molte altre fabbriche. La lezione da trarre da queste sconfitte è che gli operai delle diverse fabbriche devono collegarsi e organizzarsi in proprio.

Il primo passo per muoversi su questa strada è la consapevolezza che ciò che è successo all’Ansaldo non è un’anomalia del sistema, è quanto riserva questa società agli operai: o si lavora per un salario che t’inchioda a sopravvivere alla base della piramide sociale, o vieni buttato quando non servi più e diventi "esubero".

Dalla consapevolezza di questo ruolo sociale che li condanna alla miseria, gli operai, nelle future lotte contro i licenziamenti, combatteranno fino alle estreme conseguenze. Con propri comitati che gestiscono direttamente le singole vicende, senza deleghe a nessun sindacato venduto e sempre pronto a firmare l’ennesimo accordo sui licenziamenti, daranno il segnale.

Un segnale per affrontare i padroni come classe contro classe. Un segnale agli altri operai dispersi e anche una minaccia a tutte le classi superiori che permetterà transitoriamente di resistere molto di più ai licenziamenti.

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