Schiavi e padroni

Modena, Termoli, Pomigliano: 4 licenziati, unico piano

La Fiat inaugura una nuova fase con il massimo livello di repressione: "licenziamento in tronco".

In questi anni alla Fiat non sono certo mancati livelli repressivi, più o meno mascherati.

Ristrutturazioni con mobilità, trasferimenti, ricatti che portavano all’autolicenziamento, provocazioni che sfociavano in punizioni esemplari.

Anni sempre più duri per gli operai costretti ad abbassare la testa e la schiena.

Col totale consenso sindacale la Fiat aumenta i ritmi alle catene, alle lavorazioni; ogni tempo "morto" va eliminato. Gli operai devono dare il massimo.

In questa guerra quotidiana gli operai si trovano soli, ogni volta hanno contro un tempista, un capo, un sottocapo, un sindacalista. Tutti che dicono: "se c’è il tempo bisogna produrre di più".

Bisogna irreggimentare un esercito di operai a ritmi che la crisi economica mondiale detta agli operai del mondo messi gli uni contro gli altri dai rispettivi padroni.

Siccome non si può convincere un operaio che è bello lavorare per il padrone che si arricchisce bisogna procedere di volta in volta con i mezzi necessari per obbligarlo.

Quando si arriva, come ha fatto la Fiat, al licenziamento di Ficiarà Francesco a Modena, Nicola Zara e Antonio Daniele a Termoli, Giuseppe Mansi a Pomigliano il salto di qualità è compiuto. Non si vuole nascondere nell’oscurità delle fabbriche i mezzi per sottomettere gli operai. Qui si vuole mandare un messaggio a tutti gli operai.

Chi mette in discussione la produttività o non è in grado di sostenere i ritmi, perché debole e malato, non ha scampo.

Operai, la Fiat ha un suo piano: licenziare gli schiavi che resistono ai lavori forzati per impaurire gli altri e costringerli a sottomettersi.

Ha colpito alla Fiat di Modena, il sindacato ha approvato, gli operai hanno subìto. La prima sentenza ha dato ragione a Francesco, ma Francesco è ancora fuori.

Ha colpito a Termoli e poi a Pomigliano, ancora il sindacato ha approvato, ancora gli operai hanno subìto.

Il padrone detta la sua brutale condizione: o lavori a questi ritmi, o puoi morire di fame in mezzo a una strada.

I sindacati lavorano per impedire che gli operai alzino la testa, i partiti che dicono di rappresentare gli operai nel governo fanno finta di niente: il senatore Agnelli vota con loro la finanziaria e non si può disturbarlo con queste piccolezze.

Chi sarà licenziato per "scarso rendimento" la prossima volta? Il sindacato approverà ancora? Centomila operai Fiat potranno subire in silenzio, far passare questi licenziamenti senza muovere un dito?

O la ribellione, o una schiavitù senza fine.

O una organizzazione indipendente degli operai, o l’impossibilità di una ribellione.

Così è posta la questione, così va affrontata e risolta.

Associazione per la Liberazione degli Operai

 


Torna alla pagina dei comunicati Back to bulletins page
Torna alla Home Page di AsLO Home page

 


Una rete di operai che la pensa allo stesso modo si può annodare.
Collegarsi, scrivere, inviare messaggi.
Operai Contro - AsLO Via Falck 44 - 20099 Sesto S. Giovanni (MI)

Internet: http://www.asloperaicontro.org
E-mail: operai.contro@tin.it