La Fiat e la giustizia

Adesso Francesco deve rientrare

Il pretore ordina il rientro in fabbrica di Francesco Ficiarà licenziato dalla FIAT nel luglio 97.

La sentenza parla chiaro, reintegro nel suo posto di lavoro. La fiat aveva bisogno di un esempio per irreggimentare gli operai ai suoi indiscutibili ordini. Chi meglio di un operaio che contesta i tempi e schierato politicamente può rappresentare il monito per tutti? Ma questa volta ha esagerato è andata oltre le stesse leggi che già gli permettono molto. Ha tentato di costruire il "mostro" sommando episodi di per sé insignificanti, che dovevano avere effetto in pretura. Ha costruito prove sulla produzione rivelatisi addirittura false. Ha esagerato al punto che un pretore, non crediamo sovversivo, ha riportato un attimino "la FIAT" alla ragione dopo il delirio di onnipotenza manifestato con l’impegno di uomini (avvocati) e mezzi (soldi).

A questo punto Francesco deve rientrare in fabbrica al suo posto di lavoro.

Agnelli come capitalista industriale è il dittatore assoluto all’interno dei muri della fabbrica: sottomette gli operai a una schiera di ufficiali e sottufficiali, stabilisce norme e regolamenti, si prende la vita dei suoi schiavi per il guadagno.

Agnelli come borghese, come il più forte dei borghesi, ha un ruolo importante nel determinare il corso della giustizia, secondo i suoi interessi che chiamano legittimi.

Eppure nella guerra sotterranea che gli operai combattono per resistere allo sfruttamento la Fiat ha passato ogni limite.

La vergogna è tutta qui.

Il licenziamento di Francesco non solo ieri era inaccettabile perché il padrone lo buttava a far la miseria poiché aveva resistito allo sfruttamento suo e dei suoi compagni, ma oggi è ancora più inaccettabile perché le stesse regole del diritto dei borghesi dicono "licenziamento illegittimo, montatura".

La Fiat trova una scappatoia e Francesco non rientra. Le sentenze non valgono, la magistratura funziona quando deve condannare gli operai, quando si tratta dei padroni, la sua impotenza è semplicemente simbolo di sottomissione.

Francesco rientra. La Fiat non può far a meno di reintegrarlo: un incidente di percorso. La Fiat farà ulteriore pressione sulla magistratura per renderla più aderente alle sue necessità. Ricorrerà in appello. La classe che domina la società sia così accorta a rispettare almeno le regole che si è data per il suo dominio. Se infrange essa stessa queste regole, la classe sottomessa è veramente libera dal credere che il diritto non è che carta straccia usata dai padroni a loro uso e consumo. Cambiate il diritto sulla libertà di licenziamento e gli operai agiranno di conseguenza.

Associazione per la Liberazione degli Operai

stamp. In prop. 1/3/98 via Falk 44 Sesto S. Giovanni (MI)


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