Il sindacato dei piccoli e medi industriali padani

Il 6 Settembre 1997 grande sceneggiata della Lega Nord: regista Umberto Bossi. La trama della sceneggiata è la seguente: CGIL-CISL-UIL non rappresentano più i lavoratori; si bruciano le tessere della triplice e ci si iscrive al SINPA (sindacato leghista).

Solo oggi nel 1997 il "grande padano" si è accorto che i dirigenti sindacali della CGIL-CISL-UIL difendono i grandi capitalisti, gli Agnelli, i De Benedetti, ecc.

Bossi denuncia la corruzione del sindacato confederale per raggiungere tre obbiettivi:

1) organizzare i lavoratori per usarli come massa di manovra a sostegno dei padroni medi e piccoli del Nord-Est nella lotta che fanno sui finanziamenti pubblici alle loro imprese;

2) superare ogni contrasto fra operai e padroni in nome della comune origine padana rendendo i "lavoratori" docili schiavi dei loro "imprenditori";

3) sostituire il vecchio clientelismo con uno nuovo nella distribuzione dei posti nella pubblica amministrazione del Nord.

Il sindacato confederale ha fornito a Bossi un materiale enorme per mettere in atto il suo programma. Gli operai da alcuni decenni sanno che la dirigenza sindacale si è impegnata nella difesa del profitto, di grandi piccoli e medi capitalisti, aumentando lo sfruttamento degli operai: dalla piccola alla grande fabbrica. A migliaia gli operai che si sono opposti all'aumento dello sfruttamento hanno pagato duramente con i licenziamenti e le persecuzioni(specialmente nelle piccole e medie industrie). Non è certo un caso che il 60% degli operai dell'industria non ha in tasca nessuna tessera sindacale da bruciare.

Non c’è da meravigliarsi se in qualche fabbrica del Nord, sotto stretto controllo del padrone, qualche operaio aderisca al sindacato padano.

Quando gli affari andavano bene, dal Nord-Est al Sud, i padroni erano ben contenti di applicare i miserabili contratti nazionali fondati sulla moderazione salariale, i licenziamenti nascosti della cassa integrazione.

Per il controllo degli operai andava sempre bene il sindacalista venduto. Oggi cambia la musica. La concorrenza tra gli stessi padroni spinge alcuni a chiedere libertà completa nella contrattazione, libertà completa nel consumo degli operai che impiega. Salari da fame in cambio dell’illusione che con la secessione tutto cambierà. Bossi interpreta bene queste esigenze.

Se i dirigenti sindacali prendono gli stipendi dallo Stato centrale e dalla grande industria, lui li prende dai padroni della padania e gli organizza un sindacato su misura.

Bruciare le tessere del sindacato?

Farla finita col sindacalismo nazionale o padano che serve solo al padrone per sottomettere gli operai.


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